…e arriva il momento.

Una tappa importante, magica e piena di espressione del percorso educativo Waldorf nel secondo settennio,  è rappresentata dalla recita dell’ottava classe.

Arriva dunque il momento che tutti i grandi e  i piccini  hanno cominciato a coltivare nel cuore fin dalla prima classe.

Arriva il momento in cui, varcando la soglia del palcoscenico, si entra in un mondo nuovo, tutto da creare ed esplorare.

Arriva il momento in cui i ragazzi e le ragazze vivono una profonda metamorfosi sia sul piano fisico, con il raggiungimento della maturità terrestre, sia sul piano animico con l’emergere del corpo astrale. La recita diventa dunque uno strumento pedagogico vivo e potente che permette ai ragazzi e alle ragazze di poter vivere e sublimare  attraverso l’arte teatrale, questa profonda trasformazione dell’essere umano in divenire che incarnano.

Attraverso il personaggio o i personaggi scelti dall’insegnante per ogni singolo alunno e alunna,  i ragazzi si addentrano nella scoperta dei loro talenti, delle loro capacità e delle loro possibilità.

Attraverso la cura e la ricerca del  gesto e del movimento nello spazio scenico, si arriva alla parola ed ecco che il personaggio individuale emerge pian piano, si evolve e si completa con il confezionamento di un costume di scena.

Il  palcoscenico della recita inoltre, diventa uno spazio sacro in cui affiora un vero e proprio  lavoro sociale: ogni individualità esprime sè stessa in relazione con le altre, e ad armonizzare questo aspetto fondamentale dell’arte teatrale, contribuiscono la creazione delle scenografie e delle musiche, nonchè l’euritmia.

Attorno a questo processo vissuto dai ragazzi, vi è il cerchio degli adulti: genitori e insegnanti che facilitano, accompagnano e sostengono il processo trasformativo e creativo dei ragazzi e delle ragazze, dando ad ognuno la possibilità di manifestare sè stesso.


Quest’anno l’ottava classe donerà al pubblico una storia senza tempo:

MOMO

L’arcana storia dei ladri di tempo e della bambina che restituì agli uomini il tempo trafugato.

Pubblicata da Michael Ende, scrittore e antroposofo tedesco nel 1973,  la storia di Momo ci accompagna in modo fiabesco, alla scoperta di temi importanti quali l’amicizia, la vita e la morte, il tempo e l’essere umano.

“Esiste un grande eppur quotidiano mistero. Tutti gli uomini ne partecipano ma pochissimi si fermano a rifletterci. Quasi tutti si limitano a prenderlo come viene e non se ne meravigliano affatto. Questo mistero è il tempo. Esistono calendari ed orologi per misurarlo, misure di ben poco significato, perché tutti sappiamo che talvolta un’unica ora ci può sembrare un’eternità, ed un’altra invece passa in un attimo… dipende da quel che viviamo in quell’ora. Perché il tempo è vita. E la vita dimora nel cuore.”

Michael Ende, Momo, 1986

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