Dalla pre-adolescenza all’adolescenza – I° parte

I parte: il maschile e il femminile nella pubertà

Di Daniele Liberi

Il gruppo di studio per il terzo settennio, che ha terminato il 24 maggio anche il ciclo di incontri guidati dallapsicoterapeuta antroposofica Ivana Pasolini, ha proposto un incontro con il maestro Daniele Liberi svoltosi,nell’ambito del programma culturale, il 16 Marzo scorso.Riportiamo in questo numero la prima parte della conferenza tenuta dal maestro Liberi.Nel Passaparola dedicato all’Inverno, pubblicheremo laseconda parte.Astrofisico, pedagogo curativo, maestro di classe pressola scuola Steiner Waldorf di Verona, responsabile del terzo anno del corso di formazione per insegnanti Waldorfall’Accademia di Oriago, Daniele Liberi, forte anche dellasua formazione per l’insegnamento per il terzo settennio,ha voluto caratterizzare il delicato passaggio che si vive trail XII e il XIV anno, un momento che può portarci incontrodifficoltà infinite, che ci portano a riflettere su un aspettomolto individuale e ci mettono in discussione come adulti.Dalla pre-adolescenzaall’adolescenzaI parte: il maschile e il femminile nella pubertàdi Daniele LiberiConsigli di lettura dal gruppo di studio per il terzo settennio“Bisognerebbe trovare il coraggio di riconoscereche la domanda che ci viene incontro dalla pubertà odall’adolescenza è una domanda che, se ci porta ad unacrisi, è perché non l’abbiamo sufficientemente presa inmano a suo tempo; non è un caso che le crisi adolescenziali nell’ambito familiare portino quasi sempre alriemergere di una crisi dell’adulto. Così si scopre che ilproblema non è l’età adolescenziale, ma il rapporto chel’adulto ha con ciò che si sviluppa in quella fase dellavita e che quella fase, come tutte le altre fasi, se nonviene coscientemente affrontata, riemerge successivamente con maggiore impeto. Il dono che ci fanno i ragazzi di questa età è quello di ricordarci quella fase di crisiche sempre più spesso è difficile da prendere in mano,da affrontare.Vorrei tenere sullo sfondo un breve passo di RudolfSteiner, tratto da una conferenza del 1923, in cui si ponel’accento sul tema della attività interiore come volontàche, in fondo, è ciò che i giovani chiedono agli adulti:“Ma dal nostro tempo ci viene un rinnovato appelloall’attività interiore, allo sviluppo interiore della volontà equesto è ciò che i giovani chiedono agli adulti”.Vorrei fare ora una breve premessa: quando osserviamo i passaggi tra una fase della vita ed un’altra, tra unsettennio e un altro, dobbiamo osservare le cose con laconsapevolezza che le caratteristiche di una certa etàsi sovrappongono a quelle che vanno affievolendosi eappartengono ad un’età precedente; si tratta di fasi nonsegnate da una demarcazione matematica ma ideale,approssimativa e non uguale per tutti.

Intorno ai 12/14 anni, tra la fine del secondo settennio el’inizio del terzo, appaiono alcuni aspetti nuovi che possiamo tentare di caratterizzare. Un aspetto che emergecon particolare evidenza è la separazione tra il mondomaschile e il mondo femminile; iniziano a manifestarsinell’interiorità due mondi che ora, prima solo goffamente e in seguito con maggiore consapevolezza, si dividono nettamente per poi cercarsi al fine di ricostruireun qualche tipo di unità. L’estraneità che si cominciaa sperimentare a questa età cresce di giorno in giorno. Questa strutturale separazione si manifesta nellostesso momento con un inspiegabile continuo cercarsireciproco che cresce, anch’esso, ogni giorno. Si è radicalmente diversi, a tratti opposti, ma ci si cerca sempredi più.Un altra caratterizzazione potrebbe essere questa: tutto ciò che l’individuo sperimenta nella sua interioritàsi mostra in due modi, uno maschile e uno femminile.L’esperienza della propria volontà, dei propri sentimenti, assume sempre due note diverse; quella stessa esigenza di cercarsi prende due colorazioni diverse.Un’esperienza importante che si inizia a fare dopo il XIIanno è quella della propria VOLONTA’, che viene vissutainteriormente come un impulso proprio, non più dettatoda una forma inconscia di volontà, da simpatia o antipatia per le cose che ci sono intorno; essa nasce da unsentimento individuale del proprio atto di volontà.Nel mondo maschile questa volontà si manifesta con uncarattere esteriore: a quell’età i maschi iniziano ad azzuffarsi, si sperimentano giocando, si mettono vicendevolmente alla prova su un piano corporeo. Nel mondomaschile nasce un’iniziale esperienza di una socialitàche si basa sulla forza che potremmo caratterizzarecon la parola “BANDA”; nella banda si entra se si è forti,se si superano prove di forza. nel maschile l’esperienzadella propria volontà è qualcosa che deve essere riconosciuta dal gruppo cui si appartiene; non per nulla ilterzo settennio in cui si sta per entrare è il periodo incui si sviluppa il tema della socialità consapevole.Nel mondo femminile questa volontà si manifesta inmodo interiore: non si parla di banda; l’esperienza della volontà propria è interiore e potremmo usare comeconcetto chiave che al meglio caratterizza questa fasela parola “SETTA”: in una setta si può entrare conoscendo e condividendo un linguaggio segreto, fatto disguardi, di risolini, di linguaggio non verbale, di saperiocculti. Anche qui è necessario il riconoscimento daparte del gruppo ma in una forma più intellettuale.Un altro aspetto che si lega a questa fase della vita èla VITALITA’ che si manifesta esteriormente nel mondo maschile attraverso la FORZA, mentre in quellofemminile la vitalità si manifesta sul piano interiore,sviluppando il tema del SEGRETO. Questa vitalità viene custodita nel mondo femminile e manifestata nelmondo maschile.Secondo l’antropologia antroposofica, siamo solitidire che nel terzo settennio nasce il corpo astrale. Sulpiano fisiologico dobbiamo avvicinarci a capire cosasignifica questo, perché non resti una frase fatta.Proviamo ad entrare in una sorta di immaginazione diciò che avviene: nel mondo maschile c’è, abbiamo detto, una vitalità e una forza esteriore mentre la propriainteriorità è avvolta nel mistero; nel mondo femminileinvece il mistero non è nella propria interiorità ma nelmondo; una ragazzina di quest’età maneggia la propria interiorità con molta dimestichezza, la timidezzaè una caratteristica più del mondo maschile.Lo sviluppo fisiologico del maschio avviene in basso, al di sotto degli organi ritmici, mentre nel mondofemminile lo sviluppo tende a rimanere proprio negliorgani ritmici. Nel mondo femminile l’enigma è rappresentato dal mondo esterno.Osserviamo mutamenti fisiologici importanti che avvengono nei maschi e nelle femmine: nel maschio latrasformazione avviene nella laringe, il tono della vocecala di una ottava, il mondo del linguaggio si libera, siabbassa, diventa più “terrestre”; nel mondo femminile, invece, la vita interiore tende a diventare “celeste”.Questo vuol dire, per esempio, che l’immagine è moltopiù forte nel mondo femminile. La tendenza a costruire, a manifestare interiormente un’immagine ideale,celestiale, caratterizza la maturità terrestre femminile. La tendenza che vive nell’interiorità femminilea trasformare tutto in immagine espone, al giornod’oggi, il mondo delle adolescenti al rischio di una esteriorizzazione eccessiva di questa immagine.L’arte pedagogica dovrebbe essere quella di riuscirea mantenere l’immagine a livello interiore e non esteriore.Nel maschile si sviluppa l’aspetto del linguaggio. Si puòcomprendere quanto sia importante la cura e la consapevolezza dell’insegnante nei confronti del fatto che illinguaggio fa sorgere immagini nell’animo degli allievi.Il linguaggio è qualcosa di estremamente terrestre, hauna facoltà plastica perché dà forma al pensiero. Questa capacità plasmatrice ha a che fare con la sfera dellavolontà ed è ciò che rende possibile un incontro interiore tra il maschile ed il femminile. Questi due mondicontinuano a cercarsi. Potremmo farci accompagnareda un’immagine astronomica: dal punto di vista geocentrico, il Sole separa Marte da Venere; questi due mondisi cercano nel Sole. Dal punto di vista fisiologico la maturazione sessuale è solo una parte della trasformazione che avviene; si parla di pubertà quando si passadal bambino all’adulto sul piano fisiologico, si parla diadolescenza quando si passa dal bambino all’adulto sulpiano sociale ed emotivo.La maturità sessuale si manifesta in modi diversi:quella maschile si manifesta con grande forza versoil basso, rimanendo più legata al sistema metabolico(nel maschio le gonadi sono esterne all’addome) nelmondo femminile, le ghiandole riproduttive sono sollevate, hanno ancora un rapporto con la sfera ritmica,all’interno dell’addome. L’elemento ritmico ha a che farecon la riproduttività femminile e con la sua ciclicità, cosache non c’è nella riproduttività maschile. Nel maschilequesta crescita avviene verso il basso, verso la Terra,nel mondo femminile si rimane verso la volta celeste.Il mondo femminile, rivolto verso il cielo e verso gli astri, fa vibrare con maggiore forza la sfera delle emozioni e dei sentimenti.Il mondo maschile sviluppa maggiormente la sferametabolica e tende ad avere maggior forza negli arti;nel mondo femminile la tendenza idealistica è maggiore perché lo sviluppo è maggiormente legato al mondodel pensiero dedito alle idee.Un altro tema profondo e quanto mai delicato nel terzosettennio è Il tema dell’identità, dell’ “io chi sono?”.L’individualità nel terzo settennio si lega all’anima poiché in essa scopre nuove forze più elevate e, in unainiziale fase, estremamente presenti sul piano soggettivo. Comincia a sentire prepotentemente il DESIDERIOsu differenti piani, non meramente legato alla sferasessuale. (Userò di seguito questo termine indicandospesso ciò che potremmo meglio definire come “aspirazione”, cioè il desiderio sul piano animico).Osserviamo comunque che la parola desiderio richiama proprio il cielo e gli astri (“de sidereus”, proveniente dalle stelle) che nell’interiorità si manifestano nellavita del corpo astrale. Potremmo dire che il compito delterzo settennio è la maturità del corpo astrale, cioè lamaturità dell’anima legata al desiderio. C’è una spintaidentitaria in questo desiderio che prende una forma diimmagine: non è inconsueto che a questa età, intorno magari ai sedici anni, l’adolescente abbia un’immaginedi cosa farà nella vita. Sta a noi come genitori ed educatori avere la capacità di ascoltare quale è il DESIDERIO che sta nascendo, quali aspirazioni interiori essonasconde.Due studiosi, Benasayag e Schmit, che non conosconola pedagogia Waldorf, hanno scritto un libro estremamente interessante, a tratti poetico, dal intitolo “L’epocadelle passioni tristi”; nel paragrafo che si intitola “L’utilitàdell’inutile” i due studiosi scrivono:“La grande sfida lanciata dalla nostra civiltà è quindi quella di promuovere spazi e forme di socializzazione animatidal desiderio, pratiche concrete che riescano ad avere lameglio su gli appetiti individualistici e sulle minacce chene derivano. Se gli adulti si esprimono in termini di minaccia o di prevenzione-predizione, è senza dubbio perchépensano che quella attuale non sia un’epoca propizia aldesiderio e che occorre innanzitutto occuparsi della sopravvivenza. E poi, si dicono, “per quel che riguarda il desiderio e la vita si vedrà dopo, quando tutto andrà meglio”.(Pag 63)

Il filosofo cinese Zhuāngzǐ spiegava che “tutti conoscono l’utilità dell’utile, ma pochi quella dell’inutile”.l’utilità dell’inutile è l’utilità della vita, della creazione,dell’amore, del desiderio.Dobbiamo riconoscere che noi adulti abbiamo spesso unatteggiamento mortificatore verso la vita espressa daidesideri degli adolescenti; dobbiamo renderci conto cheil desiderio che a quell’età si prova non è solo legato aquello sessuale ma, soprattutto a quello ideale ideale.Cosa facciamo nei confronti della manifestazione diquesto desiderio embrionale? Con una certa supponenza diciamo all’adolescente: “quello che viene dal tuodesiderio non ha spazio!”. In questo modo uccidiamol’impulso che lo spirito sta facendo affiorare nell’animadell’adolescente. Questa spinta di desiderio è di fattoproiezione fiduciosa verso il futuro. Quali sono le qualità che si devono avere per andare verso il futuro?Coraggio, spregiudicatezza, fiducia. Queste tre qualitàpotrebbero essere le qualità a cui occultamente aspiral’adolescente per dare forma alla manifestazione deisuoi desideri individuali.I desideri di un adolescente sono insieme spregiudicati,fiduciosi e coraggiosi e noi rispondiamo con preoccupazione, pericolo, paura, sfiducia e dubbio. Cioè noi, rispetto ad un gesto che vorrebbe andare verso il futuro,rispondiamo con un gesto contrario: rivolto verso il passato, con dogmi e tradizione.I movimenti giovanili sono tutti i movimenti che contrastano con questi elementi, sono tutti caratterizzatidal tema della libertà di muoversi verso un futuro nuovo, che deve essere creato.Noi rispondiamo tragicamente con lo sguardo rivolto alpassato proprio nel momento in cui in quell’età delicataci viene chiesto: “Ma tu, hai fiducia nel futuro?” La nostra risposta è: “ No! Infatti, quello che devi fare è prevenire il pericolo, prevenire la preoccupazione; il desideriolo affronteremo poi, quando le cose andranno meglio!”Quindi noi chiediamo loro di stare senza identità, nellasperanza di dedicarvisi poi, in un secondo momento,magari a 70 anni!Non capiamo che giungere in età avanzata senza averlottato con i propri impulsi interiori che assumonoall’inizio la forma di un desiderio e poi si trasformanoin aspirazioni vere e proprie, la propria individualità nontrova spazio nel mondo. Il rischio è che quelle preoccupazioni vadano ad agire e a reprimere quel desiderio, ein una fase successiva della vita, magari a 40 anni, i desideri riemergono in una forma idonea per un sedicennema non certo per un quarantenne.Noi educatori dobbiamo dunque imparare a lavorarecon queste qualità: coraggio, spregiudicatezza, fiducia.Un altro aspetto importante che emerge è quello della CREAZIONE, ovvero quello di creare il nuovo, quello chenon c’è.In questa fase della vita, essendo alla ricerca della propria identità, spesso si cercano i più grandi, perché c’è ilbisogno di appoggiarsi, di avere come riferimento qualcuno che quel sentimento l’ha già provato, che quelleesperienze le ha già maturate.Dal punto di vista biografico c’è una grande connessionetra il settennio 14/21 e il settennio 28/35: chi sta nelsettennio tra i 14 e 21 anni guarda a chi sta nel settennio tra i 28 e 35 in una maniera molto particolare, perché è come se una piccola pianta vedesse una piantache è già cresciuta. Lo sguardo è fortemente orientatoal futuro ed è per questo che il mondo genitoriale perdedi importanza: esso è il passato.

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