Primo settennio: un mondo buono da imitare
Educazione come arte
Se come maestri riusciamo a penetrare nell’essere del ragazzo, dalla conoscenza di questo essere germoglia in noi l’indicazione di come dobbiamo procedere in questo senso, come maestri, dobbiamo diventare artisti. Steiner-Waldorf in Italia
Rudolf Steiner, 15 settembre 1920, 0.0.302a
La cura dei giusti ritmi è parte fondamentale della pedagogia steineriana, da qui l’articolazione in settenni del percorso scolastico e l’importanza della formazione artistica che poggia su ritmo e ripetizione.
La scuola dell’infanzia
Qualità peculiare della prima infanzia è l’imitazione, forza con la quale il bambino impara a camminare, a parlare e a pensare a partire dai primissimi anni di vita. Senza l’esempio di altri uomini da imitare il bambino non potrebbe conquistare queste tre tappe basilari, necessarie al successivo sviluppo della vita. Imitazione vuol dire rapporto empatico del bambino con il suo ambiente; in esso il bambino apprende vedendo l’adulto che agisce e porta a compimento attività e compiti diversi, semplici e legati alla vita quotidiana. Risulta così anche chiara l’importanza e l’attenzione alla preparazione dell’educatore al quale, oltre ad una formazione culturale artistica, viene richiesta la cura degli atteggiamenti interiori e dei sentimenti con cui si avvicina ai bambini e al contesto sociale.
La capacità imitativa ha la sua radice antropologica nel fatto che nel graduale sviluppo corporeo che procede dalla sfera neuro-sensoriale alla sfera del sistema ritmico e a quella del sistema motorio-metabolico, il bambino del primo settennio vive in prevalenza nell’esperienza percettiva. Lo sviluppo animico, che procede invece dal volere, al sentire, al pensare, lo vede impegnato prevalentemente nella sfera volitiva.
In questa fase il bambino va protetto da stimoli intellettuali e dall’influsso della tecnica, specie quella elettronica. In un clima di serena tranquillità l’educatore trasmette al bambino sicurezza, incoraggia le sue iniziative e sollecita la sua fantasia, attento alle qualità interiori e all’armonia dello sviluppo di ognuno, piuttosto che ad acquisiszioni standardizzate.
La cura e l’attenzione degli educatori per le reali esigenze del bambino che non sono solo materiali ma anche interiori, lo aiutano a crescere con sicurezza e fiducia e a raggiungere avvertibili traguardi di sviluppo in ordine alla propria identità, alla propria autonomia, a specifici potenzionali talenti individuali e a specifiche competenze incipienti.
La volontà e il suo impulso a “fare”, vengono sviluppati dagli insegnanti attraverso la proposta di attività di vita casalinga e artigianali. L’ambiente in cui i piccoli si muovono è molto curato, arredato con mobili di legno; i giocattoli sono semplici, spesso costruiti dai genitori o dai maestri con materiali naturali: sono essenziali e poco definiti affinché la fantasia e l’immaginazione del bambino possano completare ciò che è abbozzato.
L’atmosfera serena creata nel gioco, il racconto della fiaba, il canto, la pittura, il disegno, l’euritmia, la manipolazione, la semplicità dei gesti quotidiani, come la cura delle piante o la preparazione del pane, organizzati ritmicamente nel corso della giornata e della settimana, offrono al bambino il calore e la serenità necessaria a nutrire la sua anima.
Tratto da “L’arte di educare alla libertà” – Federazione delle Scuole Steiner-Waldorf in Italia