Il gruppo di studio per il terzo settennio al porte aperte della scuola superiore di Conegliano

Una delegazione del gruppo di studio per il terzo settennio è stata, venerdì 4 novembre, al porte aperte della scuola superiore di Conegliano .

Desideriamo sintetizzare i punti salienti dell’incontro che è seguito alla visita guidata della struttura che è molto bella e curata in ogni dettaglio e spazio.
Un nutrito gruppo di insegnanti del Collegio tra i quali Sabino Pavone e la maestra Karen Chapman ci hanno, insieme a Carla dell’amministrazione, raccontato il piano formativo della scuola (del quale abbiamo a disposizione una copia completa), l’organizzazione amministrativa della stessa e le esperienze pratiche che vi si vivono sia da parte degli alunni che dei genitori che sono coinvolti nella gestione.

Sabino Pavone ha parlato dell’urgenza di formare persone che abbiano una loro integrità morale, cioè che vivano prima di tutto con un benessere interiore per puntare poi a quello economico che ha anch’esso la sua importanza. Il maestro Sabino ha sottolineato l’importanza di formare persone che si mettano a disposizione e lavorino per il benessere dell’uomo.

Ci sono stati interventi e domande, da parte dei molti genitori presenti, sul grado di preparazione atta a proseguire negli studi universitari come per potersi inserire nel mondo del lavoro ed è stato risposto che il livello di preparazione è molto alto e completo perché, parallelamente alle materie più tecniche ed alla tanta pratica, i ragazzi sono portati a curare molto le materie umanistiche, la letteratura, la filosofia, la storia così come le materie scientifiche e la matematica, senza rinunciare alle materie artistiche, all’euritmia e alla ginnastica Bothmer che sono alla base della
pedagogia Waldorf. Piuttosto, diceva Sabino Pavone, nei prossimi dieci anni non avremo abbastanza persone che gestiranno aziende del settore agricolo, forestale e della bioedilizia che sono i settori che avranno una grande espansione nel futuro.

E’ stato citato quanto dice Giacomo Stella* quando parla di “memoria di lavoro”, quando si dice che, un piano di studi non può puntare su una digestione “da colibrì” di quanto appreso, ovvero su una digestione rapida, facendo il pieno di nozioni oggi per domani, ma è ormai riconosciuto nell’ambiente dell’istruzione l’importanza dell’insegnamento a epoche e, al contrario, quanto sia deleterio passare continuamente da una materia all’altra.

L’educazione, infatti, è un problema morale, che presuppone una “iniziazione morale”, perché è importante imparare che nella vita saremo valutati per ciò che siamo e non solo per ciò che sappiamo. Ecco perché il maestro Sabino ha detto che abbiamo bisogno di genitori coraggiosi, non solo di ragazzi coraggiosi: è infatti necessario avere genitori che siano consapevoli di queste cose e che ci credano fortemente, per poter formare giovani
che possano dare un contributo indispensabile per creare un futuro migliore all’umanità. Con l’educazione si gioca un’idea di libertà, cioè questi ragazzi devono essere protagonisti del loro futuro, non possono rassegnarsi a vivere della pensione dei loro nonni. Educare alla volontà a quell’età è difficilissimo perché la volontà tira indietro nei ragazzi e i genitori hanno difficoltà a comprendere i loro comportamenti e ad accompagnarli nel loro percorso di crescita senza imporsi a loro discapito.

Leggere questi fenomeni pedagogicamente è importante, così come per comprendere il funzionamento di qualunque cosa bisogna “fare”: ecco perché il
programma di studio deve prevedere tanta pratica. Lavorare è una questione morale, diciamo spesso “i ragazzi non hanno rispetto delle cose”. Ma perchè? Perché non sanno la genesi e la filiera con cui si producono le cose. Una volta che essi stessi producano qualcosa, abbiamo conquistato il valore morale che non si può insegnare ma solo viverlo insieme!

La maestra Karen ha detto che nel piano di studi della scuola superiore Waldorf conoscere se stessi, oltre le materie di studio, è un obiettivo fondamentale, che non è tanto importante la meta quanto il processo per raggiungere la meta. Il percorso impegnativo e anche scomodo che la scuola Waldorf ha scelto, punta al fatto che tutto ciò che si fa abbia un senso.

E’ importante l’incontro con la realtà lavorativa, professionisti e specialisti portano la loro esperienza a scuola perché sentono che c’è un interesse per quello che comunicano. Allo stesso modo i ragazzi vanno fuori, presso le aziende, ci sono vari progetti con aziende e con altre scuole italiane ed europee anche per scambi culturali e di lingua o per progetti multidisciplinari…c’è un respiro tra dentro e fuori, i ragazzi sono protagonisti del loro percorso.


*Giacomo Stella è psicologo, sociologo e autore di molti libri sui problemi di
apprendimento, sullo sviluppo cognitivo ecc…ha partecipato come relatore, insieme
a Sabino Pavone e a molti altri, alla manifestazione “Tutta un’altra scuola”
organizzata in due edizioni a Vaiano in settembre.

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